(...diffidate delle imitazioni!) - Incontro del 20.9.2025: Anna Maria Curci e Gianpaolo Mastropasqua
Prendo spunto da questo brano tratto dal Signor Malaussène
di Daniel Pennac per sottolineare come il poeta e la sua poesia possano
diventare emblema di questo incessante divenire. Nella visione della Cvetaeva, il
poeta è testimone del proprio tempo e della propria anima: la sua opera non
rappresenta qualcosa di separato da lui, ma resta una testimonianza vivente
della sua lotta, delle sue passioni e del suo destino. Per questa ragione,
giudicare la poesia significa anche giudicare l’autenticità e la verità di
quella vita.
Il poeta non è mai un tracotante; non potrebbe esserlo, se è
davvero consapevole di quanto la poesia affami e asseti il suo essere
incompiuto. Il buon verso che lo sfiora provoca in lui un fugace sussulto di
terrore: sa di non poter mai abbracciare tutta la vastità della poesia, né
saziarsi completamente della sua essenza. Al contrario, si sente come un
mendicante profondissimo di parole, quelle capaci di contenere almeno un briciolo di
verità e, così, placare la sua fame e la sua sete, anche se per poco. La poesia lo costringe a una
profonda umiltà poiché gli impone di riconoscere la propria fragilità di fronte
all’immensità della bellezza. Il vero poeta non è tracotante (diffidate delle
imitazioni!...)
Ieri, nel Castello di
Santa Severina, con Anna Maria Curci e Gianpaolo Mastropasqua, nel vivace alone
lasciato dai Poeti che li avevano preceduti, si è manifestata ancora una volta
questa tensione tra umiltà e ricerca. L’ambiente stesso, intriso di memoria
poetica, ha contribuito a rafforzare la consapevolezza che la poesia è sempre
dialogo tra passato e presente, tra ciò che si è già detto e ciò che resta ancora
da dire.
SINDACO DR. LUCIO GIORDANO
ANGELA CACCIA
![]() |
TRIO ZUMPANO TIGANO |
ANNA PETRUNGARO - COSENZA
Commenti
Posta un commento