REPORT DEL 28.9.2024 - MARCO CICONTE

 

La terza giornata del Festival della Poesia – A sud di ogni altrove ha dato l’ennesima prova della straordinaria intuizione di Angela Caccia, che del Festival è ideatrice e direttore artistico: solo un’anima che vive di poesia e per la poesia poteva vincere i dubbi e le incertezze e gettarsi a peso morto in questa impresa titanica.

In un territorio dominato vieppiù da una classe dirigente alquanto refrattaria a investimenti concreti e significativi nel settore culturale, Angela Caccia ha puntato alto, reagendo con pervicacia tutta calabrese a ostacoli e resistenze.

Non è un caso, alla fine, che il Festival si tenga a S. Severina, che da vent’anni ha decisamente imboccato una strada divergente e si distingue nel comprensorio per la cura del borgo e del patrimonio storico e per l’attenzione verso le iniziative di interesse nazionale.

Il Salone delle Scuderie del Castello Carafa ha registrato dunque il solito pienone anche per la terza giornata, perché il “piatto del giorno” era ancora una volta succulento e vario: insieme alla poesia, la musica, l’arte, la solidarietà, con uno sguardo vigile sulle più vive espressioni del territorio, che rimangono molto spesso nascoste nelle pieghe dei confini locali, per umiltà dei protagonisti o per gli spazi sempre più marginali riservati al talento puro.    

Sotto i riflettori della terza giornata due poeti di livello assoluto: Rita Pacilio, un fiume in piena, estrosa e geniale nel miscelare l’arte della parola col canto, la musica e la recitazione; Plinio Perilli, che ha dimostrato come la poesia sia il suo modo di sentirsi libero, quasi una ribellione anarchica ai lacci e lacciuoli con cui spesso si vorrebbe imbrigliare la cultura per renderla incomprensibile e irraggiungibile dalle masse.

La saggia decisione di intervallare le ottime performance dei due ospiti d’eccezione con i canti emozionanti del Coro polifonico del Vescovado, accompagnato al pianoforte dal Maestro Gianluigi Borrelli e diretto dal Maestro Daniele Lorenti, con le declamazioni di tre poeti del territorio e con il tributo ad associazioni e organizzazioni che giorno dopo giorno lottano sul campo per far emergere la bellezza della nostra terra e della nostra gente, ha contribuito a tenere sempre vivace la serata, che è volata via veloce, lasciando in bocca il gusto dolce della speranza, primo argine forte e credibile contro l’idea della morte.    

        


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