Da La Gazzetta del Sud - Sabrina Fardella

“A SUD DI OGNI ALTROVE” FESTIVAL DI POESIA

L’importanza della poesia

Da un’idea di Angela Caccia, per diffondere la buona poesia e far conoscere i poeti meridionali, nasce il Festival di poesia “A Sud di ogni Altrove” grazie alla collaborazione tra il Comune di Santa Severina, la Pro Loco Siberene e il Liceo Classico “D. Borrelli.

Un’occasione per visitare la letteratura fuori delle consuete traiettorie della narrativa e l’invito a compiere uno slancio in alto, per riscoprire il piacere della parola usata in modo nuovo e non convenzionale,   un   insostituibile   veicolo   di   espressione,  strumento di pace, di dialogo, di comprensione e di valorizzazione di quelle diversità culturali ed espressive, anche linguistiche, che compongono e arricchiscono la società.

Tre incontri – 8, 15 e 30 settembre – che, nella splendida cornice del castello di Santa Severina, hanno visto voci importanti del panorama poetico italiano, come Claudia Piccinno, Pasquale Vitagliano e Sergio Pasquandrea, confrontarsi con poeti emergenti, appassionati e curiosi. Tra questi anche tre studentesse del Liceo Classico “D. Borrelli”: Sabrina Fardella, Maria Guzzi Sirianni   ed   Elena   Milea.   Altri   studenti e studentesse nei tre incontri hanno presentato e drammatizzato i versi dei poeti partecipanti.

“E’ ancora possibile la poesia” così esordiva Eugenio Montale in occasione della consegna del Premio Nobel per la Letteratura nel 1975. A distanza di quarantotto anni, tuttavia, la sua innata contemporaneità sfugge a molti e sembra essere destinata a conservare il suo carattere elitario.

Ritenere che la poesia appartenga solo ai letterati fa parte di un retaggio architettonicamente stabile, che col tempo ha finito per diffondere l’idea,  o meglio la chimerica congettura, secondo cui tale arte sia ben lontana dal quotidiano e, dunque, non indispensabile.

Paradossalmente la poesia è molto più pragmatica di quanto si possa immaginare. Di fatti non è fuga dal reale, bensì completa penetrazione in essa. Non significa ripararsi in storie ed emozioni fittizie composte a regola d’arte, ma continuare a tracciare con prudenza il profilo celato delle cose.

La poesia individua per prima ciò che l’uomo assopito rischia di perdere, e lo fa prematuramente, perché essa stessa ne avverte la mancanza, ecco perché è sempre fuori tempo.

I poeti decadenti credevano che la poesia dovesse essere accessibile solo a una cerchia ristretta di individui dotti e sapienti, considerando la cultura una forma pura a priori (per dirla alla kantiana) senza la quale non si può percepire il mondo, abbracciare l’infinito che dimora in noi, comporre versi. Invece bisognerebbe capire che, al contrario della prosa raziocinante, la poesia è di tutti coloro che sono in grado di cogliere l’essenza delle cose, mettendo al servizio della vita la propria anima, svolgendo un lavoro impegnato, ma allo stesso tempo naturale.

L’ipervisibilità del mondo odierno elimina qualsiasi tipo di confine; non crea, come la celebre siepe di Leopardi, una privazione momentanea che conduce al desiderio (presupposto cogente del creare, del comporre). Di conseguenza l’immaginazione si annichilisce, lasciando il posto alla noia.

Ed è proprio quest’ultima che dobbiamo arginare, perché la noia ‘ristagna’ la vita. La noia è menagramo di ogni desiderio. La noia è l’impedimento che ci separa dal rapimento, ci insegna Leopardi.

Ma la funzione più nobile della poesia (l’aveva capito già Foscolo nei Sepolcri) è quella eternatrice. Essa vince la morte, incidendo in fiumi d’inchiostro il ricordo di uomini, storie, emozioni, regalando loro una condizione adimensionale di esistenza.

Da sempre tutto subisce l’azione logorante del tempo, ma la parola poetica non obbedisce alle leggi materiali: di fatti può sfidare i secoli, corrompere Κρόνος e impedire che la dimenticanza, insita nella natura dell’uomo, lo avvolga.

In un’epoca in cui tutto si ottiene e si esaurisce con la medesima celerità, in cui non esistono più le attese e si pratica il culto del caduco, affidiamo alla poesia il nostro valore, affinché lo custodisca eternamente.

 Sabrina Fardella

Classe V B - Liceo Classico Borrelli Santa Severina

 


 


















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