Dentro e fuori dall’ aula - Claudia Piccinno

C’è sempre stata nella società repressiva e anche nella scuola una forma di sudditanza dell’immaginazione rispetto alla logica e al nozionismo, ma già il poeta e filosofo inglese Herbert Read in “Educare con l’arte” insisteva per sviluppare nei ragazzi un modo integrale e organico di pensiero in cui le percezioni avessero pari dignità della logica.
Anzi egli sosteneva che per sviluppare il pensiero logico non è necessario sacrificare l’immaginazione.

Anche Schiller diceva che l’uomo è pienamente uomo unicamente quando gioca, riconoscendo pertanto un ruolo importante al gesto creativo.
Il poeta compie un atto creativo, coglie le intuizioni e ci riporta agli archetipi della lingua.la poesia nel suo complesso, a prescindere se lirica, epica o didascalica, nella sua diffusione,  ci aiuta a riconciliarci con la lentezza e l’introspezione e si fa maieutica, nel senso che gli attribuiva Socrate usando un metodo d’indagine che induceva l’interlocutore a fare luce dentro di sé.
La poesia alimenta l’introspezione, ma ancora di più semina domande e promuove il pensiero critico, ci insegna come odere della bellezza e della gioia delle piccole cose, ma è solo quando essa si fa ascolto che rivela la sua funzione pedagogica perché ci porta a raggiungere coloro che soffrono, a sviluppare empatia e condivisione.

Dal secolo scorso la poesia influenzata dalle filosofie orientali improntate alla non violenza, assume un intento di scoperta del sé, di decondizionamento dai pregiudizi e promotrice di aggregazione.
La poesia diventa un ponte tra i popoli, tesse rapporti e ci avvicina al nostro poco sacro, per dirla con Pasolini. Urge incrementare tra i giovani la fruizione e la produzione di poesia in un approccio multifunzionale che vada a migliorare le relazioni tra pari e li sottragga a mode omologanti, in cui l’apparire schiaccia la sostanza.

Mi piacerebbe che soprattutto a Sud la poesia diventasse spazio di libertà anche tra i giovanissimi, prendendo a modello festival e laboratori per i più piccoli avviati da Bernard Friot in Francia e riproposti in Emilia Romagna in occasione della nascita dello Junior Poetry Festival, giunto alla sua quinta edizione e ideato a Castel Maggioredall’Accademia Drosselmeier e dalla libreria Leggereleggere col sostegno del Comune e dell'Unione Reno Galliera, con l’intento di portare la poesia dentro e fuori dall’aula, in piazza, al mercato, nei parchi, nei centri commerciali, coinvolgendo non solo poeti, studenti e insegnanti, ma librai,bibliotecari, cittadini comuni, negozianti, ecc..

Mi piacerebbe che tanti comuni dell’Italia intera, ma soprattutto del Sud seguissero quest’esempio virtuoso del Comune di Santa Severina per seminare occasioni di crescita culturale e aggregazione sana, incentrati sul sè e l’altro, complici l’ascolto reciproco e la parola poetica. Occorre organizzare laboratori, summer camp e incursioni di brigate poetiche negli spazi di frequentazione quotidiana, occorre creare una mailing list a cui ci si iscrive per ricevere una poesia al giorno...sono svariate le forme e i modi in cui si può divulgare bellezza. 
L’importante è credere nel valore pedagogico,relazionale e catartico di ogni forma d’arte. E se Quasimodo a cavallo delle due guerre scriveva: ”la poesia deve rifare l’uomo”, dobbiamo sperare che possa indicare ai giovani la via d’uscita dalla barbarie, da questo deserto emotivo in cui minori,uomini, donne, animali spesso vengono considerati meno di niente.

Claudia Piccinno
Poetessa, scrittrice, traduttrice

Per saperne di più
​ 
https://www.juniorpoetryfestival.it/junior-poetry-magazine/


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