Dai "Cretti" della vita alla poesia come riscatto - Vittorio Politano
Ancora oggi il Meridione “ruggisce”, ma non tutti lo ascoltano, soprattutto in poesia. Ci sono parecchi poeti meridionali di livello da ricordare, essi non sono conosciuti come dovrebbero vuoi, perché schivi, appartati. Altri, si sentono incompresi e probabilmente hanno ragione. Si considerano, soprattutto i più anziani, di essere testimoni o scrigni preziosi di una realtà che gli altri non possono capire. Ma non ci sono solamente quelli che pressoché si autoescludono dalla vita. Ci sono anche quelli che sono ostracizzati, emarginati, colpiti nell'animo, reietti dalla comunità poetica, apparentemente tanto accogliente ma talvolta alquanto faziosa, esclusiva.
C'è necessità dei poeti meridionali che cantano la bellezza del paesaggio e della terra del Sud, del Mezzogiorno, ma anche le contraddizioni e le difficoltà di quella realtà certo non da sola, coi suoi punti critici. Indiscutibilmente non siamo più ai tempi di Carlo Levi. La letteratura italiana ha urgenza della poesia meridionale, che è un poco più defilata e marginale rispetto ad altre zone d’Italia. Per di più i poeti meridionali devono districarsi e lottare contro una realtà culturale più difficile e faticosa. In molte zone del Sud, fare cultura è più difficoltoso. In alcune zone del Sud, dove la criminalità organizzata ha il controllo del territorio, scrivere poesia può voler significare, denunciare quello stato di cose, rompere gli schemi, andare contro la sottocultura.
Mai come in questa delicatissima fase storica, si rivela ed afferma l’importanza dell’arte poetica. Tutti noi, possiamo percepire come la transizione verso qualcosa di indefinito, di un futuro senza alcun dubbio diverso, difficile, dove è il “come” che crea sofferenza e dubbio; mai come in questa contingenza e soprattutto dopo i fatti di Palermo e di Caivano, trova pulsione, acquista senso l'idea di questo festival di poesia. La concreta lungimiranza e il sogno della Direttrice Artistica dott.ssa Angela Caccia che si muove verso la creazione di un’oasi nella quale sostare in pace e sfuggire alle angosce del quotidiano e parimenti però, “iniziare” ad un percorso poetico, sulla strada della bellezza e della conoscenza. È un viaggio questo che farà da “volano e punto di riferimento per educatori, adolescenti, istituzioni, che attraverso la poesia e la disciplina, porti alla costituzione di un pensiero denso” dove sul filo di una sottile malinconia vengono (ri)vissute le contraddizioni di un presente incerto che sedimenta nelle parole creando come un’attesa di riscatto: personale e collettivo.
L'adolescenza è anche il passaggio abissale tra un prima e un dopo. È una sfida in cui si sperimentano i propri limiti in una realtà che smette di essere accomodante rivelandosi spesso brutale. L'impatto è forte e lascia il segno. Ma è anche inevitabile, perché serve a costruire la propria identità.
Il Borgo ospitante di Santa Severina, carico di storia e bellezza è l’ideale scenario perché accada tutto questo, “impartire quella educazione ai sentimenti che fa crescere uomini e donne sani”, cittadini consapevoli e responsabili. L’importanza dell’essere, come adulti, punto di riferimento per gli adolescenti, aiutare le Agenzie Educative, coinvolgere direttamente le scuole, fa sì da realizzare quei percorsi didattici di riflessione sulla lingua e sulla poesia. Riuscire a gestire al meglio, le emozioni non sempre positive degli adolescenti, sono fondamentali non solo per il benessere di questi ultimi, bensì anche per un loro buon apprendimento, facendo sì di stimolare la loro intelligenza emotiva mediante lo studio, anche della poesia.
In questo percorso, incontriamo dunque gli adolescenti, cerchiamo di offrire loro delle risposte a quelli che sono i loro bisogni, quelle di avere nuovi punti di vista, prospettive varie da cui guardare al mondo. Questo ci aiuta a comprendere i disagi, ma anche i bisogni, le necessità esistenziali dei ragazzi, c'è una sfida da cogliere, un confronto da non temere, temperando la dolcezza della cura amorevole con la fermezza dell’educazione. Educare al futuro significa saper entrare in conflitto e avere il coraggio di lasciare che il mondo irrompa nella realtà degli adolescenti. Aiutandoli a dotarsi degli strumenti per affrontare delusioni e frustrazioni. Per insegnar loro a prendere coscienza dei propri limiti e potenzialità. Vuol dire soprattutto avere il coraggio di lasciarli liberi davanti a un mare di possibilità. Per l’adolescente, solcare i mari della bellezza in questa fase, significa sentirsi accolto/a, così da essere riconosciuto/a dalla collettività e poter sviluppare così tutto il proprio potenziale umano, in tutte le sue sfaccettature, da quella affettiva a quella religiosa e a molte altre ancora. Quindi, se il fine della persona è la libertà e nell’educazione tendiamo a quello, possiamo raggiungere la maturità umana, la ricerca del bene comune, la coscienza del passaggio dall’essere educato all’essere educatore attraverso, anche, l’auto educarsi. Promuovere quindi, momenti dedicati alla poesia, diventa un atto di bellezza, di comunicazione, di cultura e di libertà.
Bellezza perché il valore artistico dei versi poetici è elevato ed è bello attuare la possibilità di far nascere questa bellezza anche tra i banchi di scuola. La poesia è fatta di parole che comprendono significati altri, diversi, da quelli letterali, consentendo un'espressione più estesa di emozioni, di contenuti anche non immediatamente consapevoli, ecco che la poesia può farsi veicolo espressivo di sé, divenire un potente mezzo comunicativo con sé stessi e di sé stessi con gli altri. La letteratura tocca i suoi apici, raggiunge i suoi momenti altissimi, attraverso la poesia e rendere reattivi i più giovani, coinvolgerli è un compito che la scuola certamente già si pone, ma con questo festival si vuol sostenere questo scopo. Il genere poetico racchiude modalità espressive che vanno dalle formule metriche più complesse a versi completamente liberi. Si può esercitare la propria libertà espressiva attraverso licenze poetiche che consentano di manifestare sé stessi nelle proprie poesie.
Nei versi poetici sono racchiusi significati che trascendono, superano il senso dei singoli termini utilizzati. Le parole assumono valore di simboli. Questo permette al poeta di muoversi lungo una linea di confine, una demarcazione tra realtà e immaginazione, tra coscienza e inconscio. La parola poetica permette di racchiudere significati che vanno oltre il linguaggio della razionalità, accedendo alle immagini, a quanto è inesprimibile, passando all’inconscio come fanno i sogni. La potenza del linguaggio poetico viaggia tra due mondi: da una parte la realtà, la ragione, la consapevolezza, dall’altra l’irrealtà, l’intuizione, l’inconscio. La psicologia accoglie e apprezza quello che la poesia può fare per la psiche umana.
Tutti possiamo provare desiderio, in un particolare momento della nostra vita, di accedere al linguaggio poetico come veicolo terapeutico e evolutivo, questo, ovviamente, non farà di noi dei poeti. Gli artisti hanno un talento che non è di tutti. Tuttavia, la poesia, come spazio proprio di conoscenza, elaborazione e crescita personale può appartenere a tutti noi. Un momento importante che arriva spesso prima di un eventuale tentativo di scrittura è la lettura di poesie. Le letture di poesie, soprattutto se si tratta di momenti di lettura appositamente organizzati su temi specifici che ci riguardano da vicino per qualche motivo, possono davvero toccare corde molto profonde e rappresentare dei percorsi di cambiamento, offrendo input importanti ad attivare riflessioni profonde, spunti per elaborare vissuti particolari e facilitare una qualche evoluzione personale.
Così, la poesia tornerà a riappropriarsi di quella sua capacità di interagire nel sociale, divenendo così, con un pensiero, intimo e personale, punto di riferimento nella quotidianità urbana.
E questo è il potere e l'originalità di: “A sud di ogni altrove”!
Il festival come detto, nasce dall’idea di Angela Caccia per diffondere la buona poesia e far conoscere i poeti meridionali, per fare emergere un artistico sommerso e vitale da sempre, grazie alle tante voci poetiche che, lontane dai riflettori, portano nel verso il timbro cristallino del sud Italia. VOLARE, per riscoprire il piacere della parola usata in modo nuovo e non convenzionale, un insostituibile veicolo di espressione, strumento di pace, di dialogo, di comprensione e di valorizzazione di quelle diversità culturali ed espressive, anche linguistiche, che compongono e arricchiscono la società. nella splendida cornice del castello di Santa Severina, echeggeranno protagoniste alcune delle voci rilevanti del panorama poetico italiano confrontarsi con poeti emergenti, appassionati e curiosi.
Come auspicato da Quasimodo, Forse un giorno faremo una carta poetica del Sud; e non importa se toccherà la Magna Grecia ancora, il suo cielo sopra immagini imperturbabili d’innocenza e di sensi accecanti. Là, forse, sta nascendo la ‘permanenza’ della poesia.
Catanzaro lì, 27.08.2023
Prof. Vittorio Politano
Direttore Emerito dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro
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